Salute Mentale: cosa cambia col nuovo Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM)?
1. Introduzione e contesto normativo (Fabrizio Starace)
- Il PANSM 2025 rappresenta un atto di programmazione sanitaria nazionale di rilievo strategico per il settore della Salute Mentale.
- Atteso da oltre un decennio, dovrà ora essere recepito dalla Conferenza Stato-Regioni e successivamente declinato da ciascuna Regione attraverso piani strategici territoriali.
- Viene evidenziata la fragilità sistemica del sistema salute mentale italiano, con:
- Persistenti disparità regionali
- Sottofinanziamento cronico
- Elevata pressione sui pronto soccorso psichiatrici
- Assenza di strategie per la residenzialità leggera e la co-progettazione - Grave criticità: la formula di accompagnamento che vincola l’attuazione del piano “nei limiti delle risorse disponibili, a legislazione vigente”.
2. Analisi tematica e critica del documento
A. Stigma e Partecipazione degli Utenti
Relatore: Antonio Lasalvia
- Pur menzionato tra i principi guida, il tema dello stigma è trattato solo in modo retorico e descrittivo, privo di:
- Indicatori operativi
- Azioni strutturate
- Finanziamenti dedicati - Nessuna integrazione nelle politiche formative, né nelle pratiche cliniche
- Mancanza di riferimento a strumenti internazionali come il MOSAIC Toolkit dell’OMS
- Assente un’indagine nazionale su conoscenze e atteggiamenti verso la salute mentale in Italia
- Gravissima omissione del tema dello stigma endogeno ai servizi (cioè tra operatori), che è responsabile del mancato ingaggio di molte persone
Coproduzione e supporto tra pari
- Il concetto di governance partecipata è citato marginalmente ma non strutturato
- L’esperto in supporto tra pari (ESP) è citato solo incidentalmente. Manca il riconoscimento del suo ruolo trasformativo, come già indicato da OMS
- Ignorati strumenti fondamentali come le Direttive Anticipate in Salute Mentale
- Nessuna strategia di riduzione della coercizione, né approfondimento del TSO e della contenzione fisica
B. Fattibilità economica e priorità finanziarie
Relatore: Pietro Pellegrini
- Il piano non contiene una stima economica complessiva, ma si afferma che “non comporta nuovi oneri”
- Secondo una prima stima per rendere attuabili le misure servirebbero almeno 3,3 miliardi di euro, portando quindi il finanziamento della SM al 5% del Fondo Sanitario Nazionale
- Oggi tuttavia la spesa per la salute mentale è sotto il 3%
- Solo per portare il personale ai livelli standard definiti da Agenas occorre una cifra oscillante tra 800 milioni e 1 miliardo - Critiche alla proposta di aumentare i posti letto psichiatrici in carcere (dallo 0,5% al 5%):
- Costi esorbitanti: oltre 1 miliardo tra spese di costruzione e di gestione
- Scelta inefficace e culturalmente arretrata - Gravi lacune di pianificazione su:
- Posti letto ospedalieri per minori
- Neuropsichiatria infantile
- Disturbi del neurosviluppo in età adulta (es. autismo) - Mancanza di un piano nazionale di riconversione della residenzialità verso modelli leggeri e di comunità
C. Struttura, governance e vincoli normativi
Relatore: Andrea Angelozzi
- Il PANSM appare come un elenco di raccomandazioni, non un piano vincolante
- Gravi carenze metodologiche:
- Nessuna analisi iniziale dei bisogni e della situazione reale dei servizi
- Mancanza di dati sullo stato attuale (risorse, personale, accesso, outcome) - Inesistente un monitoraggio basato su esiti: si controlla solo il “recepimento” del piano, non la sua attuazione
- Persistenza di regionalismo asimmetrico; anche all’interno delle Regioni (es. Veneto), vi è una forte diseguaglianza tra territori
- Modello dipartimentale assunto come dogma, senza riflessione critica sulla sua efficacia nel contesto attuale
- Critica finale: il PANSM appare come un documento “utile alla politica, non ai servizi”
D. Risposta istituzionale e razionale del Piano
Relatore: Massimo Cozza
- Riconosce limiti del piano, ma ricorda il vincolo costituzionale dell’autonomia regionale (art. 117)
- Il piano include 5 azioni prioritarie, ridotte da un numero iniziale maggiore
- La lotta allo stigma è effettivamente tra gli obiettivi, con indicatori. Si può richiedere come area d'intervento finanziata
- Il piano richiama strumenti esistenti, come:
- Il budget di salute
- Le linee guida pubblicate dall’ISS su residenzialità e supporto all’abitare - Ribadita la distinzione tra cura e custodia: le forze dell’ordine hanno il dovere di intervenire anche in presenza di pazienti psichiatrici autori di reato
- La chiave per il supporto all’abitare è l’approccio dell’Emilia-Romagna: gli appartamenti con ≤5 persone non richiedono autorizzazione regionale, favorendo modelli inclusivi
Conclusione e considerazioni finali
- I relatori hanno espresso un giudizio complessivamente critico, pur riconoscendo lo sforzo redazionale
- Convergenza su alcuni punti fondamentali:
- Assenza di copertura economica strutturale
- Mancanza di un piano attuativo vincolante
- Necessaria una consultazione pubblica nazionale con stakeholder, utenti, associazioni
- Priorità assoluta: personale e superamento delle disuguaglianze
- Il rischio è che il PANSM rimanga un documento “da cassetto”, come il precedente
Proposte concrete
- Richiesta alla Conferenza Stato-Regioni di riformulare il piano in termini operativi e vincolanti
- Avviare una consensus conference con tutti gli attori coinvolti
- Definire una roadmap con tempistiche e investimenti chiari
- Riconvertire le risorse penitenziarie verso soluzioni comunitarie e alternative
- Finanziare una campagna nazionale anti-stigma, con indicatori misurabili e continuità nel tempo